Romanzo storico a dir poco bellissimo e commovente, dove una storia d'amore si consuma sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale.
Il libro è perfetto in tutto, dalla trama, pensata in ogni dettaglio e per nulla scontata, allo stile della scrittura, preciso, delicato e scorrevole.Un romanzo colto in cui l'autore ci fa vivere un viaggio nel passato e rivivere una pagina della nostra storia italiana, sicuramente poco conosciuta.Voglio ringraziarla per il bellissimo libro che ha scritto e che ha suscitato in me delle bellissime emozioni legate anche al fatto di aver trovato delle analogie con la storia dei miei genitori. Volevo complimentarmi con lei per la sua innata capacità di sapere entrare nella profondità dei sentimenti umani e saperli poi trascrivere. Un abbraccio, sperando di poterci incontrare presto.
Sabrina
Italy my love mi ha appassionato a tal punto che l'ho letto tutto di un fiato. Interessante la ricostruzione di un episodio storico poco noto, ben costruito da un punto di vista narrativo e così bella sensibile e appassionante la storia di questo amore ... tra Emily e Vincenzo. Grazie di cuore.
Marina
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Ecco, ho finito di leggere il tuo ultimo libro e ti ho ritrovato con la tua sensisibilità, la tua attenzione alla psiche femminile, la competenza e la capacità di analisi storica, la tua espressione accurata e calligrafica che non trascura mai nessun particolare e complimenti per il tuo inglese! Ti ringrazio e ti mando un caloroso abbraccio, anche per la pagina di storia che hai svelato.
Adriana
“Italy, my love” di Domenico Del Monaco assomma in un'originale sintesi più generi letterari. Quello del romanzo storico-saggistico, ricostruendo le condizioni dei prigionieri di guerra italiani in Gran Bretagna durante il secondo conflitto mondiale, con le loro implicazioni sociali e i risvolti di politica interna e internazionale. Quello del thriller, perché gli echi di quelle vicende - ormai lontane e "rimosse" dalla coscienza collettiva europea - giungono in realtà fino ai nostri giorni, dando luogo a un'appassionante ricerca che rivelerà sorprendenti ed emozionanti esiti odierni. E quello del romanzo di formazione, mettendo a confronto una giovane coppia italiana con una di anziani coniugi inglesi che quegli eventi hanno vissuto. Una storia di amicizia e di incontro fra diversi mondi, il cui filo conduttore è costituito dall'amore per la verità storica e umana che l'autore ha profondamente investigato con puntiglio, partendo dalla diretta conoscenza fortuita della vecchia signora protagonista di questo avvincente "dialogo" fra tempi, persone e popoli.
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FARFALLE DI ZARA (2016)
Ho letto il tuo libro e mi è piaciuto tanto!
Sapevo poco delle vicende storiche che narri e più leggevo e più mi appassionavo...
Linguaggio fluido e scorrevole, contenuti interessanti, storia che ti tocca il cuore con colpo di scena inaspettato... Complimenti!
Angelita
Domenico Del Monaco, medico di professione, storico e scrittore per passione, in questo romanzo scorrevole e coinvolgente racconta l’epopea istriana e dalmata in tutta la sua drammaticità, ripercorrendone le tappe dolorose. Le vicende hanno inizio a Zara, veneziana e marina, con il porto favoloso agli occhi di due bambini, protagonisti del libro. Li vedremo presto emigrare, subito dopo il bombardamento a tappeto di Zara nel ’43 ad opera degli americani, a cui seguì la furia distruttiva e iconoclasta dei titini per cancellare le tracce dell’italianità; venne scalpellato anche il grande leone di san Marco esistente da secoli. Del Monaco ricostruisce l’odissea di una ideale famiglia dalmata, spostatasi da Zara a Pola e, dopo la strage di Vergarolla, imbarcatasi nel piroscafo del dolore – settecento persone nella stiva, pressate come animali – per raggiungere Ancona, dove gli esuli furono ricevuti con insulti umilianti lanciati da persone ideologizzate. Il padre dei ragazzi resterà a Pola, a protezione degli anziani suoceri e insieme ad essi sparirà, infoibato in modo misterioso fuori dell’abitato, nei pressi di un bosco.
Dopo aver attraversato il nord Italia nei treni della vergogna, (a Bologna i profughi non poterono scendere dal treno merci, in cui erano ricoverati su misera paglia, e fu loro negato da bere e da mangiare, lo stesso accadde a Genova) la povera famiglia ricostruirà la sua esistenza in Friuli. Splende la figura della madre, Daniela, con tutto il coraggio che la aureola, la fede, la dignità, l’onestà e la cultura, l’amore per la famiglia. La donna, da serva e pulitrice di stalle, riuscirà nuovamente ad insegnare, come accadeva nella terra natia.
In molte pagine il libro strappa lacrime di commozione. Scritto per tramandare memoria e continuità di valori intramontabili, il romanzo narra la storia di tre generazioni, la parabola dalla caduta alla vittoria morale. I vinti non sono vinti, perché l’impronta ricevuta in famiglia e dalla tradizione resta nel tempo. Si evidenzia pure come la Dalmazia non possa fare a meno, oggi, della civiltà italiana per guardare al domani, tramandando nel futuro la forza ineludibile del passato.
Eppure il dolore subito non passa mai, lo scrittore al riguardo cita lord Byron: “Il ricordo del piacere non è più piacere. Il ricordo del dolore è ancora dolore”.
Le farfalle simboliche sono i due fratelli che, al tramonto della vita e nell’ultimo istante, volano nel sogno fino a Zara, a contemplare cielo e gabbiani, in una visione poetica che immalinconisce ed ammalia.
Graziella Atzori
Un romanzo carico di sentimenti, stati d’animo, passioni e nostalgie talvolta malinconiche, talvolta speranzose e poche volte pentite ma sempre attraversato da un comune filo conduttore: il ricordo vivo e presente della propria terra d’origine, della propria casa quale luogo di aggregazione e di unità, del proprio sentire familiare in qualche modo sradicato dagli eventi della Storia. La presentazione del romanzo di Domenico Del Monaco è occasione per ricordare una convivenza forzata, mai pacifica, in terra Giuliana- Dalmata , specie nei primi decenni del 900; una convivenza tra diverse culture, tra diverse etnie, tra differenze socio-economiche che contribuirono a innescare pericolosi meccanismi di complessi d’inferiorità. Parleremo di coscienza nazionale, di irredentismo, di storia..... Ascolteremo le confidenze e i singoli racconti di chi ha custodito gelosamente alcuni spaccati di vita di quell’epoca e che magistralmente con delicatezza sono depositati nero su bianco in questo romanzo.
Maurizio Benato
Ho finito di leggere Farfalle di Zara: affrontare questo argomento in modo cosí delicato non è cosa facile. Complimenti.
Daniele Maso
La presentazione del libro da parte di Recensionelibri.org
La loro testimonianza rimbalza dalle note felici dell’infanzia trascorsa a Zara, subito prima della seconda guerra mondiale, al campionario doloroso delle violenze patite durante il conflitto.
Una testimonianza che si completa con una trama misteriosa che alla dolcezza del diario d’infanzia di Lucia accosta un segreto legato alla paternità di Marco e a sua figlia Marta.
Ho letto il suo romanzo d'amore che mi ha rivelato un suo volto inatteso e mi ha stretto un nodo di commozione nel finale. I miei complimenti.
Adriana
Di cosa parla "Sotto il sole di gennaio"
a cura di Recensionelibro.it
Ho letto il tuo romanzo e trovo che sia una bellissima storia d’amore. In particolare la scelta di raccontare spesso alla seconda persona (ti rivolgi a Valeria) è originale e difficile; dà comunque alla narrazione un tocco lirico, perché in poesia è una scelta molto più usuale. Mi sono piaciuti gli sfondi: Venezia, Padova e Mestre, città che che fanno da comprimarie. Mario è un bel personaggio, ben costruito e in divenire. Anche Anna offre una svolta inaspettata, anche se si sente in fondo l’ansia di metterla velocemente in una luce negativa, quasi a giustificare il disamoramento e il tradimento di Mario. Sottile la problematica del rapporto tra padre e figlia: i limiti tra il dire e il non dire, il diritto di criticare e intervenire nella vita dei figli adulti, la rigidità manichea e la presunzione della gioventù, l’incapacità di mediare della maturità. Valeria è una splendida donna, ma forse un po’ troppo idealizzata: è così perfetta che appare come la proiezione di un sogno, della donna che ogni uomo vorrebbe incontrare. Ma a volte il lettore ha bisogno di sognare e allora va bene così. Complimenti comunque: ho letto il libro con molto piacere, la storia scorre e ti spinge ad andare avanti, non ci sono momenti di noia.
Luisa P.
Complimenti bellissimo libro letto tutto d'un fiato.
Marcello M.
Il suo libro è scritto in modo piacevole, non sono amante di quel genere, ma è un bel libro.
Antonio
“Sotto il sole di gennaio” di Domenico Del Monaco (edito da Youcanprint) è un libro singolare e
pure sorprendente per molti versi. Non tanto perché il dottor Del Monaco, noto medico padovano
- nato a Campobasso, poi riminese di adozione, quindi padovano per studi e infine per attività
professionale - sia giunto alla pubblicazione del suo romanzo ben oltre i sessant'anni di età, dopo
appunto una vita dedicata alla libera professione in campo sanitario, oltre che alla famiglia.
Questa sua prima prova d'invenzione narrativa, preceduta solo da un'appartata produzione
poetica ancora inedita, colpisce per la bella maturità della riuscita. Maturità nell'articolazione
strutturale dell'opera, composita e però di trasparente lettura, convincente nella sua originalità
che prescinde da echi di riferimenti illustri. Maturità stilistica, sostanziata da una prosa
letterariamente solida quanto sciorinata con pacata ma disinvolta scioltezza. Maturità nel disegno
dei personaggi, che in realtà sono persone, non autobiograficamente attinte e trasposte
dall'esperienza in modo meccanico, ma autentiche nella loro creativa verità esistenziale. Maturità
nel tratteggio dei luoghi, alcuni celebri e altri particolari, peraltro appena suggestivamente
accennati, e degli ambienti, anche nella descrizione di àmbiti lavorativi apparentemente lontani da
quello dell'autore. E maturità, soprattutto, nella resa dei conti che lo scrittore ingaggia con sé
stesso per fare il punto sui propri eventi e i relativi sentimenti in essi incorporati. Lo fa dipanando
lo sviluppo di intrecci, privati e pubblici, che vengono a comporre una trama di relazioni intime e
sociali complesse: talvolta entusiasmanti e talaltra dolorose, contraddittorie ma sempre esposte
con una vibrante linearità emotiva che ce le rende affettuosamente intelligibili e vicine.
Il protagonista Mario - uomo "qualunque" sin dal nome, serio e ragionatore fino a una certa
rigidità, architetto di buona professionalità ma non famoso, giunto a varcare la sessantina -
racconta in prima persona tre anni della propria vita attraverso le pagine del diario scritto per
Valeria, una restauratrice conosciuta sul lavoro, di una ventina d'anni più giovane, donna
caratterialmente più limpida e spontanea, ma non immune da problemi che la vita le ha proposto.
E' il grande amore, che non scoppia come un fulmine ma segnerà decisivamente la sua esistenza,
sino al finale colpo di teatro che non mancherà di emozionare qualsiasi lettore. E' a Valeria, a sua
volta madre di un bambino, Filippo, avuto da un uomo il quale l'ha lasciata alla sua nascita, che
Mario racconta le proprie vicissitudini e specie i difficili rapporti famigliari con la moglie Anna e la
loro figlia Elena. La storia si svolge prevalentemente fra Padova, Venezia, Mestre e Milano,
intersecando le vicende e le amicizie dei due amanti. Fra i quali la relazione è piena,
comprendendo il sesso e i sentimenti, la razionalità e l'emotività, le ansie e i progetti. E gli
accadimenti che si susseguono passano nella coppia attraverso la loro verbalizzazione, senza la
quale i "fatti" scivolerebbero anonimi e forse privi di consapevolezza. I lunghi dialoghi rimangono
impressi nella mente e quasi nelle orecchie del lettore, suscitandogli dibattito interiore con le loro
movenze semplici ma ricche di contenuti, espressi con credibili parole controllate ma
profondamente significative, discorsivamente piane ma intriganti. Riuscendo con sensibile
delicatezza a coinvolgerci su temi importanti come la crisi della famiglia e il confronto-scontro
delle generazioni, le difficoltà del comunicare, l'arcano dell'attrazione e della bellezza di cose e
persone, la misteriosa continuità della natura e della storia umana, la dialettica tra caso e volontà,
l'enigmatico trascorrere del tempo fra alienazione e coscienza, la problematica interrogazione
sulla morte e sulle ragioni dell'eutanasia...
Il "messaggio" complessivo che esce, sommesso quanto forte, dal libro - non perché sia
esplicitamente teorizzato, ma per come viene dispiegato nella narrazione e nella riflessione -
consiste, nonostante tutto, in una positiva affermazione di fiducia nel futuro. Valore assai
problematico al giorno d'oggi, contro corrente nel dilagare di delusioni e pessimismi. Domenico
Del Monaco ci invita, con coraggio e perizia, a credere che a tutti noi è possibile trovare nuove
sintesi, sempre precarie, che compongano il confliggere degli affanni e dei fallimenti. E rinnovarci
è non solo possibile ma concretamente praticabile, con la disponibilità a mettersi in discussione
verso gli altri e, insieme, verso noi stessi. La ricostituzione della famiglia su basi più solide e la
"scommessa" del mettere al mondo figli rappresentano una potente spinta alla rifondazione del
vivere, individuale e sociale. Però, assieme all'impegno responsabile, ci vuole anche un po' di
fortuna nel trovare lungo la strada i compagni "giusti". Perché, come dice Dostoevskij in “Delitto e
castigo”, citato in frontespizio, "capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente
estranee per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all'improvviso, in maniera
inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata".
Paolo Vigato
giornalista - il Mattino di Padova
Recensione:
Garbata, delicata e travagliata storia narrata da un gentiluomo maturo alle prese con un uragano d'amore che travolge la sua esistenza non idilliaca, ma solidamente costituita, in quella fase della vita in cui le luci del tramonto pare non possano far altro che ammantare una realtà immutabile. In una Venezia invernale, in una sera di pioggia, tutto cambia improvvisamente. La passione, l'evasione di un attimo, si rivela essere un sentimento profondo, coinvolgente, corrisposto. L'amore, quando è autentico e profondo, spinge a travalicare ogni limite, comprese le barriere imposte dalla razionalità e dalla lontananza. Il tempo e gli eventi giocano a favore di un'unione improbabile, impensabile ed imprevedibile, ragion per cui l'impossibile diventa possibile ed il sogno di una notte si trasforma nella realtà di una nuova vita.
Un racconto che ha per protagonista assoluto il romanticismo, esaltato dalla impareggiabile bellezza della città lagunare nella fredda luce dell'inverno. La narrazione è deliziosa, a tratti un po' rallentata da un'ampia dovizia di particolari attraverso i quali l'autore vuole evidenziare ogni minimo dettaglio di una storia sentimentale unica ed esclusiva, ma anche di forti dubbi esistenziali e di una profonda lacerazione interiore. Accettare e far accettare ad una famiglia pre-costituita un cambiamento di rotta così importante in età non più giovanile, è fonte di una profonda ambascia, di forti dubbi e di non pochi tormenti. Ma alla fine vincerà lui, l'Amore con la A maiuscola. E la luce del tramonto irradierà l'inizio di un nuovo percorso, caratterizzato da una trasformazione radicale.
Lo stile con il quale l'autore ha composto la propria opera è gradevole, classico e composto, con qualche affondo in un lessico familiare; si potrebbe dire che l'esposizione è molto prossima ad una interminabile lettera d'amore dedicata alla persona che occupa un posto speciale nel cuore del mittente, dove il contenuto manifesta una forte componente emotiva legata alla reminiscenza.
Per le vicende trattate e per la sobrietà con la quale è stato scritto, questo libro è indicato a tutti, pur tuttavia mi sentirei di raccomandarlo in modo particolare ai lettori ed alle lettrici che gradiscono lasciarsi avvolgere passo dopo passo, con ritmo misurato e senza alcuna fretta dalle morbide spire del sentimento.
(Angelarosa Weiler)
Angela
Ciao Mimmo, libro bellissimo, ma voglio una piccola dedica. Ti seguo in FB e ti faccio i complimenti e auguri per i tuoi successi. Ciao.
Presentazione di Mario Repetto
Non può che farmi molto piacere sapere oggi che un amico, appagato della sua professione, scelga di aggiungere a questa un lavoro altrettanto impegnativo come quello di scrivere un romanzo.
Del Monaco si propone al mondo della narrazione con questa sua opera in cui una delicata storia d'amore è l’occasione per indagare quel conflitto fisiologico tra ragione e sentimento, in cui la spontaneità dei sentimenti fatica a prevalere su una consuetudine spesso troppo razionalistica che l’Autore descrive come “la nostra bussola morale”. All’interno di questa storia articolata e piacevole se ne sviluppa anche un’altra più triste e severa. E’ la crisi della famiglia tradizionale, con la mancanza di valori condivisi, un rapporto tra coniugi non più capaci di comunicare, un conflitto tra genitori e figli cui l’Autore dedica ampio spazio, descrivendo le amarezze che Mario, il protagonista maschile vive a seguito del contrasto con la figlia: esempio delle incomprensioni tra genitori e figli, sempre più all'ordine del giorno nella vita di oggi.
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Da veneziano non posso che compiacermi per il fatto che una Venezia invernale con i suoi colori e i suoi caratteri unici sia stata scelta come scenario principale del romanzo “Sotto il sole di gennaio”.
Mario Repetto
giornalista, già direttore regionale dell’Ansa
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